La Coperta di Linus

La Coperta di Linus

Calda, morbida e sempre a contatto col viso. Poco importa se, camminando, striscia per terra o se tenendola in mano giorno e notte il suo odore diventa indistinguibile da quello del portatore.
Per i bambini la nozione di ‘igiene’ è di là da venire. Non vi sembrerà, ma c’è una spiegazione psicoanalitica per la coperta di Linus e anche di una certa rilevanza per la scienza della psiche, intendo.È intuitivo che la coperta costituisca un conforto ed evochi un’impressione di protezione. Ma la copertina di Linus è molto di più.

Facile intuire che la coperta sia quella con cui la madre lo copre, magari alla sera quando ci sono il buio e la solitudine da affrontare. Quella coperta, portata con sé di giorno non è un oggetto con una funzione pratica, ma un oggetto che assume un significato particolare per il bambino che la porta in quanto evoca la protezione della persona che gliel’ha data.

Di solito questi oggetti hanno un potere calmante, a volte soporifero. Lo sanno bene i genitori che, d sempre, mettono pupazzi nei letti dei loro bambini. Questi oggetti sono stati caricati di significati perché si sono trovati a metà strada fra la madre e il bambino; hanno fatto parte di quella speciale unità duale che è la coppia madre bambino.

Questi oggetti che le madri danno ai loro figli, siano essi delle coperte o dei giocattoli utilizzati insieme, Winnicott li ha chiamati ‘oggetti transizionali’ perché attraverso di loro transitano tutti i sentimenti, le cure, il legame che si è creato fra la coppia. Nella mente del bambino quell’oggetto è ‘io-e-la-mamma-insieme’. Quando il bambino rimane solo, l’oggetto transizionale non lo fa sentire tale. Il bambino lo usa come se la madre fosse presente. Lo so.

Tecnicamente si chiama transizionale perche collega il mondo interno del bambino con la realtà esterna. È un oggetto che si trova al valico tra il corpo del bambino e la realtà esterna a sé. Fra il sé e il non-sé. Serve a transitare dal mondo completamente narcisistico della prima infanzia al mondo edipico. La madre e tutti quelli che si prendono cura di un bambnino lo aiutano in questo processo di differenziazione.

Da adulti, quando abbiamo dimenticato le sensazioni infantili, la differenza fra nooi stessi e il mondo esterno ci sembra scontata. Per il bambino è una conquista psichica molto importante e anche shoccante. Per questo motivo la transizione deve essere mediata dolcemente da una mente che ‘attutisce il colpo’ e da qualche oggetto (morbido) che rappresenta questa possibilità.

Gli oggetti-ricordo sono diversi; servono a ricordare una persona o un momento, quasi lo sostituiscono. Sono più simili alle reliquie che devono essere conservate intatte. A volte certi oggetti-simbolo assumono un valore che rasenta l’idolatria. Vorrebbero sostituire delle persone, a volte, purtroppo, vengono dati al posto del’amore che vorrebbero significare.
L’oggetto transizionale è vivo, è segno di un legame d’amore vero e vitale – non è segno di insicurezza! Viene usato , non solo guardato; viene tenuto vicino e difeso da eventuali attacchi proprio come il piccolo guerriero difenderebbe la madre-principessa da qualsiasi drago!

Alcuni asili nido permettono ai bambini di portare a scuola degli oggetti a loro cari. Le maestre sanno che per un bambino di 2 o 3 anni cui manca la nozione di tempo degli adulti, essere in un ambiente estraneo è un’impresa terrorizzante che può essere superata presentificando, attraverso un oggetto, i suoi legami fondamentali.

Così poi, col passare degli anni e una psiche più evoluta, il legame d’amore può venire pensato senza essere tenuto in mano. Ma tutto ha bisogno di tempo….

Dottoressa  Giuliana Gibellini
Psicologa-psicoterapeuta
Specialista in psicologia clinica
Info 339 4686175