Infezioni Genitali ricorrenti e Disbiosi

Infezioni Genitali ricorrenti e Disbiosi

Le vulvovaginiti e le cistiti, infiammazione delle basse vive urinarie, rappresentano uno dei motivi più frequenti di richiesta consulenza ginecologica. Dopo anni di inutili e dannose terapie antibiotiche, che spesso non risolvono il problema ma anzi ne aumentano le complicanze, gli operatori di medicine d’avanguardia recentemente consigliano in queste pazienti di curare con attenzione l’intestino anche in assenza di disturbi digestivi. Perchè?

Non tanto perchè la presenza di germi patogeni concentrati nel lume intestinale per via linfatica possano indurre colonizzazione delle vicine vie genitale ed urinaria, bensì perchè l’infiammazione anche subdola della mucosa intestinale fa “risuonare” altre mucose in distretti diversi, adiacenti o lontani dall’intestino.

La mucosa è il rivestimento interno di un gran numero di organi, tutti derivati dallo stesso foglietto embriologico e quindi simili per alcuni aspetti e funzioni, come l’albero broncopolmonare, naso e cavità orale, vie urinarie e genitali basse, la ghiandola mammaria e persino la tiroide. Ciò che accomuna queste strutture è la presenza di un ricco tessuto linfoide, cioè immunitario, responsabile di reazioni difensive nei confronti di insulti di ogni genere, chimici, fisici, batterici, tossici…

Quando il tessuto linfoide associato ad una mucosa accende uno stato infiammatorio come risposta ad uno stressor, gli altri elementi linfoidi vengono informati dello stato infiammatorio e messi in preallarme.

Può succedere allora che la sofferenza di una mucosa, anche a livello subclinico, cioè senza sintomi e misconosciuta al paziente, si manifesti come infiammazione di un’altra mucosa, magari sempre la stessa, ripetutamente negli anni, quasi a configurare un “locus minoris resistentiae” del soggetto, il punto debole, l’organo che si ammala più facilmente quando siamo debilitati.
Ma qual è il distretto si infiamma più facilmente e più frequentemente?

È l’intestino, organo in assoluto più importante per gestire la nostra relazione con mondo esterno. Anche i polmoni, tramite inalazione dell’aria e la pelle, attraverso il contatto fisico con l’ambiente, ci rapportano al mondo esterno, ma la mucosa intestinale è la più estesa (300 mq di superficie), la più ricca di terminazioni nervose (si parla di intestino come del nostro secondo cervello!), la più disseminata di recettori per neuro trasmettitori, citokine ed ormoni e la più ricca di quel tessuto linfoide che accende la risposta immunitaria.

Perché tutto questo? Perchè l’intestino entra in contatto con il cibo. Il cibo è apportatore di elementi positivi, nutrienti ed energia ma rimane comunque qualcosa di estraneo al nostro corpo. Deve allo stesso tempo essere “tollerato”, accolto come linfa vitale per la sopravvivenza ma anche “sentito” come potenzialmente pericoloso.

Esiste un meccanismo che garantisce tutto ciò e si chiama integrità della mucosa: le molecole di cibo entrano nelle cellule che rivestono il lume dell’intestino, vengono impacchettate ed inviate all’interno dell’organismo senza che il sistema immunitario venga scomodato. Tra le cellule tuttavia, esistono piccoli canali che permettono ad un 5% di cibo di entrare nell’organismo ed essere riconosciuto come elemento estraneo.

È da qui che parte la risposta infiammatoria nei confronti di ciò che mangiamo, risposta che però rimane in un ambito fisiologico. L’integrità della mucosa è garantita dal mix di batteri dell’intestino, il cosiddetto “microbioma”, da una corretta e bilanciata dieta e da un po’ di “fortuna genetica”. Dieta tossica e molto acidificante, terapie antibiotiche ripetute e protratte, sostanze chimiche inquinanti minano l’anatomia dell’intestino.

Quando avviene il viraggio in senso patologico? Quando i canali tra le cellule di rivestimento della mucosa si allargano fino a diventare veri pori, quasi buchi e si parla di Sindrome dell’Intestino Poroso (Leaky Gut Syndrome): grandi quantità di molecole di proteine, zuccheri e grassi, ma anche pezzi di batteri intestinali, sostanze tossiche presenti nei cibi (conservanti, coloranti, additivi farmacologici…) possono entrare liberamente e accendere una risposta immunitaria locale di estrema difesa tramite il tessuto linfoide nella sottomucosa.

Quindi viene prima l’uovo o la gallina? È la Leaky Gut Syndrome che ci rende tossici cibi sempre mangiati e permette a batteri e funghi presenti nel lume intestinale di diventare patologici o è l’insulto ripetuto di cibi spazzatura con l’aggiunta di strage dei batteri buoni del microbioma per antibiotici somministrati senza ragione ad offendere la mucosa?

Scegliete voi lettori!
Il risultato rimane comunque una intensa risposta immunitaria da parte del tessuto linfoide della sottomucosa intestinale che per risonanza attiva il sistema linfoide di altri distretti corporei. Se il soggetto ha come “locus minoris resistentiae” (organo maggiormente vulnerabile) il naso avrà riniti ricorrenti apparentemente inspiegabili, la prostata… prostatiti sine materia, la tiroide… tiroiditi croniche (esiste il detto con fondo di verità: se hai una tiroidite togli il glutine dalla dieta!).

Nella donna, classico esempio di locus minoris resistentiae sono la vescica, con cisto-uretriti ricorrenti con urine sterili, e spesso la vagina, con vaginiti irritative resistenti a cure contro batteri e funghi e spesso accompagnate da tamponi microbiologici negativi.

In conclusione, il medico deve aprire gli orizzonti diagnostici e terapeutici e concepire la possibilità di cura microbiologicamente l’intestino ed insegnare alla paziente come nutrirsi di cibi poco tossici ed infiammanti per aiutarla ad uscire da questo circolo vizioso uretro/vaginiti ricorrenti-terapie inadeguate-insulto intestinale-infiammazione cronica sistemica delle mucose-pessima qualità di vita.
Non fermiamoci all’apparenza!

Dottoressa Maria Cristina Iannacci