Don’t Panic

Don’t Panic

Come psicoterapeuta sono abituata a ragionare su una singola persona e a concentrarmi sui suoi bisogni e di solito critico chi scrive “soluzioni facili” come gli esercizi per la mente.

Devo però ammettere che alcune strategie possono essere comuni a molti. Partiamo dal tipo di problema. Possiamo sentirci agitati, avviliti, soli o sentire che ci sale il pianto. Dietro ad una crisi c’è facilmente una paura, una paura tanto profonda che noi non la percepiamo più come tale, ma percepiamo solo i suoi effetti.

Quali sono le paure fondamentali degli esseri umani?
La prima, la più radicale e la più terribile, è la paura di andare in pezzi; di questa non parlerò perchè necessita di cure specialistiche.
La seconda è la paura di venire abbandonati,
la terza quella di venire aggrediti.

In ordine di gravità, la paura di venire abbandonati genera due atteggiamenti: uno stato di congelamento tale per cui non si riesce a compiere nessun azione e una voglia coatta e incoercibile di approvazione da parte degli altri.

Quest’ultima si rivela in atteggiamenti e di sottomissione, di piaggeria, di conformismo. Non è facile, ma se riusciamo ad esprimere dei pensieri originali e personali scopriremo che questi attirano le altre persone anziché respingerle.

Una paura molto più “evoluta” è la paura di venire aggrediti e di avere la peggio in uno scontro verbale o fisico. Questa provoca una certa rabbia nei confronti dei potenziali aggressori e un tipo di pensiero che definiamo “rimuginazione”. Chi lo ha provato lo sa, non si riesce a fare a meno di pensare sempre le stesse cose anche se si è già visto che questi pensieri ripetuti all’infinito sono praticamente inutili.

Che fare? Due esercizi:
per prima cosa darsi un tempo o un numero di volte in cui ci concediamo di ripetere lo stesso pensiero e poi fermarsi fare altro distogliersi completamente da quel pensiero. Occorre un po’ di disciplina, ma è possibile. Il secondo esercizio è di parlare con le persone, persone diverse dalle solite, con cui fare anche semplicemente due chiacchiere. Non c’è niente che sblocchi i pensieri come un’altra mente che scambia idee con noi.

Vorrei concludere con un suggerimento da farsi in situazioni che sono invece molto diffuse non dipendono troppo da paure profonde, ma ‘soltanto’ dalla paura di sbagliare. Parlo di quando dobbiamo prendere una decisione e i nostri pensieri sembrano bloccati. I pro e i contro di ogni scelta sembrano equivalersi. In questi casi dobbiamo pensare che la nostra mente ha un inconscio molto esteso e che questo inconscio spesso lavora a nostro favore.

Quello che voglio dire è che mentre noi non pensiamo ad un problema la nostra mente, nella sua profondità, ci pensa lo stesso. Quando siamo quindi in un impasse e non riusciamo a prendere una decisione, la miglior cosa da fare è lasciare la mente sospesa rispetto a questa idea e occuparsi di altro, ritornando al quesito iniziale solo di tanto in tanto.

È molto facile che il nostro inconscio abbia lavorato per noi mentre noi non ce ne accorgevamo e ad un certo punto la soluzione al nostro dilemma ci si presenta davanti agli occhi e brilla, non tanto per la sua logicità, quanto per la sua perfetta adeguatezza al nostro più profondo sentire. Provare per credere!

Dottoressa  Giuliana Gibellini
Psicologa-psicoterapeuta
Specialista in psicologia clinica
Info 339 4686175