Birmiania: Oltre il Viaggio

Birmiania: Oltre il Viaggio

Mingalabar! Il Buongiorno in birmano. Eccomi ancora una volta a condividere con voi alcune delle esperienze più belle della mia vita. Questa è la volta del Myanmar, o Burma come la rinominarono i colonialisti britannici, il paese delle pagode d’oro, la terra dorata, il paese dei sorrisi. Un posto magico dove il tempo si è fermato. Tiziano Terzani scriveva così: Questo è uno di quei posti che ti rende fiero di appartenere alla razza umana. Ho avuto la fortuna di visitare questo paese diversi anni fa, durante quella che per la Birmania era una fase cruciale della storia del paese, non poche infatti furono le difficoltà incontrate, ma ugualmente ricordo come se fosse ieri l?atmosfera, le persone, il sorriso dei bambini birmani che ovunque ci correvano incontro per salutarci e dare il benvenuto a questi turisti che sembravano “venuti da Marte”, un sorriso che nasceva veramente dal cuore, e forse anche per questo indimenticabile.

Ricordo ancora la discrezione (ed il celato stupore) dei birmani nel vedere noi viaggiatori occidentali ed i nostri vestiti per loro assurdi, ricordo il meraviglioso e permeante profumo del curry, i mille colori delle sgargianti sete appena filate, il Buddha in ognuna delle sue rappresentazioni (e che è ovunque!), i canti buddisti, i tramonti della splendida Ngapali, il thanakha sulle guance delle donne e delle ragazze, i sigari birmani fatti a mano sulle palafitte del lago Inle, i monaci addestratori di gatti acrobatici, i mille templi di Bagan!

Bagan è la città antica più affascinante della Birmania. Un’ ampia distesa secca e polverosa, punteggiata da migliaia di stupe e pagode, di ogni forma e dimensione. Sembra un altro pianeta! Inutile parlare della bellezza dei suoi mille templi, qui sembra scoperta, o mai perduta, l?arte di non subire l?andamento della vita, e sembra essere naturale la capacità di essere al centro tra i concetti e gli spiriti, tra la logica e l’irrazionale, tra i valori della società civile e le irrazionali potenze della natura, tra i significati creati dalle culture e dalle religioni sociali e quelli dati dall’ istintivo sapere della spiritualità naturale.

Il pellegrinaggio tra queste stupe è per chi ha bisogno di ritrovare se stesso, per vedersi fin nelle viscere, qui il corpo si rivela anima, nella pluralità delle espressioni naturali, e la materia si mostra spirito, nella infinita molteplicità cosmica. E come dimenticare il Lago Inle, un luogo misterioso dove i pescatori stanno in piedi sulle loro barche remando con uno strano movimento del piede attraverso una lunga canna di bambù tenuta perpendicolare all’acqua. Questo metodo, unico, dà loro la possibilità di muoversi e pescare.

Qui le immagini trasmettono serenità, sembra che il modo di vivere possa essere solo così e casa sembra ancora più lontana. È veramente un’ altra epoca, il tempo sembra essersi fermato, qui più che in altri posti del paese, la gente è gentile e sorridente, non inquinata dal turismo e dall’ occidentalizzazione. In Birmania (o meglio nel Myanmar) non si viaggia solo attraverso i luoghi, ma anche attraverso il tempo. Basta uscire da Yangon (l’attuale nome della storica Rangoon) o Mandalay , che sono le due uniche vere e proprie “città” del paese, per fare un salto nel passato e attraversare villaggi di contadini e carri trainati da buoi, e paesaggi incontaminati dove ci si accorge della presenza dell’uomo solo avvistando qualche casetta fatta di argilla con il tetto di paglia e bambù.

Il viaggio si rivelerà una sequenza di emozioni, incontri e scoperte avvincenti e affascinanti. Gli occhi si riempiranno dell’imponenza delle pagode e dello splendore delle statue di Buddha, dello scorrere lento dei fiumi, delle foreste e risaie. La mente si fermerà spesso a riflettere su quanto deve essere grande la devozione di questo popolo, che ogni giorno riserva una parte di quel poco che ha per donarlo a monaci. Il cuore si aprirà davanti ai sorrisi delle donne e dei bambini, dei ragazzi che chiedono di fare una foto con il turista come fosse una star. Qui la tranquillità e la pace si respirano nell’aria. Anche questa è la Birmania, un grande e splendido popolo.