Al Tasèel èd la Cucòmmbra

Al Tasèel èd la Cucòmmbra

Ricordate quando i cocomeri venivano venduti col tassello, al tasèel?

Si era ben lontani, ahinoi, dall’odierna logica della qualità globale a scatola chiusa; infatti qualche anno fa il commerciante di cocomeri faceva un’incisione triangolare o quadrata nel frutto e te lo faceva assaggiare, a garanzia provata della dolcezza, del colore rosso vivo e del sapore. Se era buono lo compravi, altrimenti te ne apriva un altro.

Quel semplice e spontaneo gesto di altri tempi, era praticato a conferma dell’apice di maturazione di quel meraviglioso frutto dell’estate.

Oggi l’usanza del tassello è praticamente scomparsa, uccisa anche questa dagli usi consumistici della società in cui viviamo; è stata sostituita dalla vendita, più agevole per le nostre necessità di quarti di cocomera, che non necessitano più dell’assaggio preventivo. Le fette sono sotto fogli di pellicola di plastica trasparente: prendere o lasciare!

Al tasèel (da non confondere con il solaio, il sottotetto al tasèel mòort) pèr tastèer la buntèe èd la cucòmmbra. Al tasèel l andrèev faat in tèssta a sèerta giinta??! Dal vòolti a n caata gnaanch al rumèeli! Il tassello bisognerebbe farlo in testa a certa gente per vedere cosa c’è dentro. Delle volte non si troverebbero neanche le romelle!

Il tassello della cocomera (parola da non confondere con il tassello morto che è il solaio) serve per tastare la bontà e maturazione del frutto.

Qualche cliente arrivava in baracchina e chiedeva un intero frutto, il gestore pescava nel barile ghiacciato la cocomera che era più in fondo e più fresca.

Si praticava la procedura dal tasèel per vedere se l’esemplare prescelto era maturo al punto giusto e s al ne ghìiva di magòun, se non aveva dei nodi fibrosi, delle imperfezioni. A n gh è gnìinta èd péeṡ che ‘na cucòmmbra immaguèeda! Non c’è niente di peggio di una cocomera immagonata!

Con un piccolo coltello affilato, con precisione chirurgica, si praticava un’incisione a base triangolare o quadrata, che poi si sviluppava in una piccola piramide a punto alta una decina di centimetri.

All’estrazione della piramide con la base verde, poi bianca e con la punta rossa, seguiva qualche secondo di silenzio assoluto!

Occhi espertissimi controllavano, scrutavano la scala cromatica; si annusava il rosso! Anche il cliente controllava con attenzione… piegandosi leggermente in avanti…

Finché non arrivava la sentenza: “L’è pròunta! …‘Na cucòmmbra èd Serie A!”. Effettuato l’esame, si richiude lo sportellino e via! Si portava a casa l’atteso grosso e gustoso frutto, che sarebbe stato accolto gioiosamente da tutta la famiglia.

Per curiosità a Correggio al tasèel lo chiamano al tast e a Reggio al lunèl, forse per la forma simile alla mezza luna.

I veri coltivatori sanno distinguere i cocomeri maturi da quelli ancora acerbi, senza bisogno di praticare al tasèel. Talvolta però vengono immessi sul mercato frutti non ancora perfetti. Può anche accadere che un frutto da tempo in vendita passi il periodo ottimale per il consumo e diventi, come si usa dire, pasèe … passato”.

Sunèer la cucòmmbra – Suonare la cocomera

Battendola con uno schiaffo o con una pacca, l’anguria acerba emette un suono squillante; quella troppo matura un suono decisamente sordo, un tonfo. L’anguria a giusta maturazione emette invece un suono profondo; picchiettando sul corpo del cocomero si dovrà sentire un suono “vuoto”, segno che contiene molta acqua al suo interno, quindi potenzialmente matura e zuccherina. Dopo alcune prove sarà facile memorizzare la tonalità e l’intensità giuste.

Mauro D’Orazi
Esperto in Dialetto Carpigiano